Ultima modifica: 5 Gennaio 2016
Continuità

Continuità

La continuità educativa e didattica costituisce un valore fondamentale per la formazione e la crescita dei bambini e dei ragazzi. Parlare di continuità significa porre, al centro del processo di apprendimento, l’alunno nella sua globalità ed originalità. Richiamare il concetto della continuità vuol dire rispettare l’ identità di ciascuno, la sua storia, i suoi punti di forza e di debolezza. Essa è richiamata più volte dalla normativa di quest’ultimo decennio, secondo la quale è previsto un unico ciclo che comprende i vari ordini di scuola: infanzia, primaria, secondaria di primo grado.

Infatti sia nelle Indicazioni Nazionali Moratti (2004) , che nelle Indicazioni per il curricolo di Fioroni (2007) si ricorda l’importanza di una collaborazione tra i docenti dei vari ordini, in termini di scambio di informazioni, di progettazione e verifica di attività educative e didattiche, di pratiche di valutazione.

Il documento delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione del 4 settembre  2012 afferma una dimensione verticale e comprensiva del primo ciclo di scuola, per cui i docenti possono realizzare concretamente, in modo collegiale, dei curricoli in continuità, nel rispetto delle diverse peculiarità disciplinari. “L’itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni, pur abbracciando tre tipologie di scuola caratterizzate ciascuna da una specifica identità educativa e professionale, è progressivo e continuo. La presenza, sempre più diffusa, degli istituti comprensivi consente la progettazione di un unico curricolo verticale e facilita il raccordo con il secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione”. 

Le Nuove Indicazioni per il curricolo, suggeriscono inoltre due aspetti degni di nota: la verticalità e l’interdisciplinarità. La scuola del primo ciclo è qui presentata in un unico capitolo, per indicare un percorso che non può non essere pensato unitariamente. Ciò non significa che i due segmenti non abbiano una propria specificità e tratti distintivi, motivati dalle differenti esigenze del bambino e del ragazzo, ma in questi passaggi è utile, quanto necessario, ricercare gli elementi di continuità e conoscere il punto di partenza dell’alunno che si accinge ad entrare in un nuovo percorso. Diventa, allora, importante il confronto, il “raccontarsi l’un l’altro”, il condividere ciò che è già in atto e su questo lavorare. Continuità non può consistere esclusivamente nella distribuzione dei contenuti da affrontare, anche perché la conoscenza non avviene in modo meccanicamente progressivo, ma secondo una struttura ricorsiva, componente ineliminabile nella formazione della persona.

In sintesi per “continuità” si intende il diritto dell’allievo alla continuità della propria storia formativa, che dovrebbe realizzarsi come:

  • continuità curricolare, cioè come ampliamento e prosecuzione di esperienze formative che hanno caratterizzato il segmento scolastico precedente, sia per quanto riguarda i saperi disciplinari o trasversali , sia per quanto concerne gli ambiti disciplinari o i campi di esperienze, nell’ottica dell’unitarietà del sapere;
  • continuità metodologica, nel senso di approfondimento e applicazione dei metodi di indagine specifici nei vari settori disciplinari e anche nel significato di esperienze metodologiche relative alle varie situazioni formative in cui sono stati coinvolti gli allievi (laboratori, lezioni frontali, lavoro su materiali, stage);
  • continuità valutativa, nel senso di applicazione di criteri di valutazione graduali ed uniformi all’interno dei tre ordini di scuola e di continuum tra profili in uscita ed accertamento dei prerequisiti in ingresso;
  • continuità documentativa, intesa come diritto dell’allievo al rispetto ed alla valorizzazione della propria storia, sia come persona, che come soggetto dell’apprendimento, documentata e raccontata
  1. Il progetto
  2. Raccordo fra ordini
  3. Formazione delle classi
  4. L’accoglienza